lunedì 18 aprile 2011

crisi d'identità

A Barcellona in questi giorni si è svolto il 29simo Salòn del Còmic, una delle fiere del fumetto più importanti a livello europeo. Due anni fa me l'ero goduto, conoscendo autori a me cari come Mike Mignola e Jim Lee; l'anno scorso molto meno, riuscendo a passarci solo di sfuggita prima di un viaggio di lavoro e perdendo così l'opportunità di farmi ore di coda per un disegnino del mio adorato Jeff Smith.
Quest'anno non avrei dovuto esserci, dato che per una settimana intera sono stato sballottato a destra e a manca sempre per ragioni lavorative; alla fine invece ho deciso di anticipare il rientro a sabato rinunciando a un weekend a casa proprio per poter andare al Salòn.
Gli ospiti d'onore di quest'anno erano interessanti: gli americani Kurt Busiek, Brian Azzarello, Brent Anderson, gli inglesi Eddie Campbell e Glen Fabry, l'irlandese Garth Ennis, il norvegese Jason che ultimamente mi attizza parecchio, oltre a una nutrita rappresentanza italiana anche se i nomi più noti non erano proprio d'avanguardia (i bonelliani storici Castelli, Alessandrini, Stano).
Alla fine ho deciso di non andare. Ero stanco morto, oggi un mal di testa clamoroso mi ha fatto propendere per una siesta pomeridiana più che per una camminata al Montjuïc. Lo so, un nerd fumettaro che si rispetti avrebbe dovuto passare sopra tutto, altro che mal di testa: e le scuse ulteriori che ho trovato mi hanno davvero messo in crisi. "Pagare 6 euro d'ingresso per cosa? Che poi si trovano gli stessi fumetti che vedo ogni settimana in fumetteria", oppure "Se vado finisce che spendo un sacco di soldi, fumetti da leggere ne ho per un sacco di tempo" e ancora "Comprerei magari un'altra maglietta, l'ennesima, che non so nemmeno quando mettermele tutte". Insomma: che mi succede? Un ripensamento? Un cambio di vita? Una malattia mentale improvvisa? L'età che avanza?

Col senno di poi, mi dispiace di non aver potuto incontrare Igort, lui sì che l'avrei conosciuto volentieri. Gli avrei fatto i complimenti per il suo ottimo lavoro sia come autore (il suo "Quaderni ucraini" è in coda sul mio comodino, lo inizierò appena terminato "Gaza 1956" di Joe Sacco) sia come editore (la sua benemerita Coconino Press sta pubblicando senza ombra di dubbio tra i migliori graphic novel in Italia ed è una delle principali protagoniste positive della rinascita del fumetto d'autore nel nostro disastrato paese). Avrei conosciuto volentieri anche alcuni autori spagnoli, come Paco Roca e Miguel Gallardo, oltre al catalanissimo Juanjo Sáez ("piacere", gli avrei detto, "siamo amici su facebook").
Della mostra sugli Zombi non me ne fregava nulla, mentre probabilmente sarebbe stata interessante quella intitolata "Comicats" dedicata ovviamente ai gatti nel fumetto, e qualcuna delle conferenze in programma. E si, al 99% avrei speso soldi in fumetti, magliette, tazze, avrei fatto un dispendiosissimo salto allo stand delle Edizioni del Grifo, dove l'anno scorso comprai quelle magnifiche stampe del Pinocchio di Frezzato e di Zezelj che non ho ancora appeso a nessun muro, e due anni fa i Jagger&Richards di Tanino Liberatore che, quelli si, campeggiano nel salotto della mia casa di Barna.
Non l'ho fatto. Spero sia stato davvero solo per il mal di testa e la stanchezza, non sopporterei l'idea di essere cresciuto improvvisamente, a 39 anni suonati.

sabato 2 aprile 2011

le compilescions

Ho nelle bozze da settimane uno scritto sul fare compilations: un tempo facevo cassette, poi sono diventati ciddì ma il concetto non cambia.
Ora posso buttare la mia bozza di post nel cestino, perchè Makkox ha fatto questo, naturalmente molto molto meglio di come avrei potuto fare io.
Leggetelo, e leggete Makkox in generale (millemila link riassunti qui, e poi facebook per chi c'è, in edicola su Animals e il Canemucco, e pure in libreria), che lui è proprio bravo.

Mi mancano le compilescions: sembra che ormai, in tempo di mp3 e funzioni "shuffle" non ce ne sia più bisogno, ma non è così. Devo rimettermi a cercare qualcuno per cui farne: che nasce tutto da lì, si sa.